Che cosa si intende per insider trading?
Il termine insider trading prende il nome, nella lingua italiana, di «abuso di informazioni privilegiate». Quest'ultimo costituisce un reato, punito dall'art. 184 d.lgs. 58/1998 (TUF). La formulazione italiana chiarisce immediatamente la sostanza della condotta illecita: si parla di un soggetto che, venuto a conoscenza di un'informazione non ancora resa pubblica, la sfrutta per compiere attività di speculazione in borsa.
In altri termini, l'insider trader è quel soggetto che, conoscendo in anticipo la futura modificazione del valore di alcuni titoli finanziari, in aumento o in diminuzione, compie, rispettivamente, operazioni di acquisto o di vendita di quei titoli, così ottenendo un profitto.
Tanto la denominazione inglese, quanto quella italiana, evidenzia la necessità che chi realizza il reato debba avere un particolare rapporto con l'ente interessato dall'informazione. Infatti, l'agente deve essere un insider, un soggetto che, a vario titolo, sia "interno" all'ente.
Inoltre, l'informazione non deve ancora essere stata resa pubblica.
Infatti, il reato punisce quei soggetti che si avvantaggiano della conoscenza di un'informazione, che invece gli altri attori del mercato non conoscono.
L'art. 184 TUF, inoltre, chiarisce che le condotte sanzionate possono essere
molteplici. In particolare, è punito sia il caso in cui l'insider compia attività speculative in
prima persona; sia il caso in cui l'insider
metta terzi a conoscenza di tale informazione; sia il caso in cui l'insider non comunichi esplicitamente
l'informazione, ma raccomandi o induca terzi a compiere attività in borsa.
Dott. Marco Misiti