Il riconoscimento del cognome materno, l’ultima pronuncia della Corte costituzionale e la svolta storica
C. Cost., 31 maggio 2022, n. 131
Con una recente pronuncia annunciata il 27 aprile 2022 e depositata il 31 maggio, la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittime tutte le norme che attribuiscono automaticamente il cognome del padre ai figli nati sia nel matrimonio, sia fuori dal matrimonio e anche a quelli adottivi.
Più precisamente, non si tratta della possibilità di attribuire il doppio cognome, diritto già riconosciuto in Italia dal 2016, ma della censura del divieto di attribuzione del solo cognome materno e dell'automatica assegnazione di quello paterno.
Prima della recente pronuncia, sempre virtù di una
sentenza della Corte Costituzionale (Corte Cost. n. 286/2016), era solo possibile attribuire il doppio cognome al figlio al momento
della nascita.
Lo scorso 27 aprile la Corte Costituzionale ha ritenuto illegittimi i limiti al doppio cognome ancora esistenti nell'ordinamento italiano. Questa pronuncia, tuttavia, non ha ad oggi ancora effetti. Bisognerà, infatti, attendere la pubblicazione della sentenza, con le relative motivazioni che illustreranno nello specifico le ragioni e le conseguenze della decisione.
E' certo,però, sin da ora che, in futuro, sarà possibile dare al figlio il cognome di entrambi i genitori anche senza il loro previo accordo o il solo cognome della madre se c'è invece accordo tra i genitori, ponendo fine a una discriminazione che si protrae ormai da tanto, troppo tempo. Una svolta storica che si allinea all'epoca attuale e che garantisce, finalmente, la parità di genere.
In particolare, la Corte ha ritenuto in contrasto con gli artt. 2, 3 e 117 Cost., nonché con gli artt. 8 e 14 della Convenzione Europea dei diritti dell'Uomo, l'art. 261 co. 1 c.c., che non consente ai genitori di attribuire concordemente al figlio il solo cognome della madre e che, in mancanza di accordo, impone il solo cognome del padre, in luogo di quello di entrambi i genitori.
Tale assetto normativo è stato ritenuto dalla Consulta discriminatorio, in contrasto con il principio costituzionale e convenzionale di eguaglianza, nonché lesiva dell'interesse fondamentale del figlio all'identità personale.
Per effetto di questa pronuncia, viene meno l'automatismo dell'attribuzione del cognome paterno e il figlio assume il cognome di entrambi i genitori, nell'ordine dagli stessi stabilito, salvo il caso in cui gli stessi non decidano di comune accordo di attribuire soltanto uno dei due cognomi.
Saranno i genitori, quindi, a scegliere concordemente se attribuire entrambi i propri cognomi, ovvero se attribuirne uno solo di essi, che sia quello materno o paterno. La Corte Costituzionale, però, ha anche sollecitato il legislatore ad intervenire per colmare le possibili "problematiche" derivanti dalla pronuncia.
A tal riguardo, infatti, risultano già in fase di approvazione diversi disegni di legge, aventi l'obiettivo di regolamentare gli aspetti più ostici del nuovo sistema del "doppio cognome", primo fra tutti il problema del possibile rischio di proliferazione dei cognomi nel corso delle future generazioni. Sul punto è sufficiente tenere in considerazione i correttivi adottati in numerosi paesi europei e no, in cui già da molto tempo vige il sistema del doppio cognome e, con esso, il diritto di attribuire ai propri figli il cognome paterno, materno o entrambi.
E' chiaro, dunque, che La Corte Costituzionale ha fatto venire meno un'antica disposizione ritenuta in contrasto con la parità di genere, superando così un antico retaggio e allineando l'Italia a molti altri Paesi europei.
Avv. Daniela Evoluzionista