Cosa sono gli U.E.P.E.?

28.09.2023

La sigla U.E.P.E. sta per Uffici di Esecuzione Penale Esterna (U.E.P.E.), cioè un'articolazione del Ministero della Giustizia incaricata di occuparsi delle persone sottoposte a misure esterne all'Istituto penale, quali le misure alternative alla detenzione o la messa alla prova a seguito della commissione di un illecito.

All'interno degli U.E.P.E operano figure professionali come assistenti sociali, psicologi, criminologi, educatori.

In armonia con il fine rieducativo sancito dalla Costituzione italiana all'art. 27 comma 3, la pena non si può identificare solo nell'istituzione carceraria, come anche raccomandato a livello internazionale e sovranazionale, ma deve essere uno strumento per il reinserimento sociale del reo nella società civile, se possibile fin dal primo momento della fase esecutiva della condanna.

Motivo per il quale il ruolo dell'U.E.P.E è stato valorizzato dal Regolamento di riorganizzazione del Ministero della Giustizia, entrato in vigore a partire dal 14 luglio 2015. Quest'ultimo ha operato una riunificazione dell'esecuzione penale per adulti e per minori sotto la nuova Direzione Generale per l'Esecuzione Penale Esterna e di Messa alla Prova costituita presso il nuovo Dipartimento della Giustizia Minorile e di Comunità.

Ogni UEPE è suddiviso in un'area sociale, area tecnica, area amministrativa, area sicurezza che viene svolta dalla Polizia Penitenziaria.

In concreto, gli Uffici di esecuzione penale esterna (U.E.P.E), occupandosi dell' esecuzione delle misure e sanzioni di comunità, elaborano e propongono alla magistratura il programma di trattamento da applicare e ne verificano la corretta esecuzione da parte degli ammessi a tali sanzioni e misure.
Nello specifico, ai sensi dell'articolo 72 della legge 26 luglio 1975 n. 354 e dalle altre leggi in materia di esecuzione penale, le attività svolte dall'U.E.P.E riguardano:

  • indagine sulla situazione individuale e socio – familiare nei confronti dei soggetti
  • che chiedono di essere ammessi alle misure alternative alla detenzione e alla messa alla prova;
  • attività di elaborazione e verifica dei programmi trattamentali nelle misure e sanzioni di comunità;
  • svolgimento delle inchieste per l'applicazione, modifica, proroga o revoca delle misure di sicurezza, su richiesta della magistratura di sorveglianza;
  • esecuzione del lavoro di pubblica utilità e delle sanzioni sostitutive della detenzione;
  • attività di consulenza agli istituti penitenziari per favorire il buon esito del trattamento penitenziario.

Nello svolgimento di tali attività, gli UEPE si organizzano secondo una logica di intervento di prossimità e di presenza nel territorio, di concerto con comunità locali e gli Enti Locali, le associazioni di volontariato, le cooperative sociali e le altre agenzie pubbliche e del privato sociale presenti nel territorio, per realizzare l'azione di reinserimento ed inclusione sociale e con le forze di polizia, per l'azione di contrasto della criminalità e di tutela della sicurezza pubblica[1].

Con l'entrata in vigore della cosiddetta riforma Cartabia, secondo quanto previsto dal decreto legislativo attuativo 150 del 2022, il ruolo degli U.E.P.E. è ancora più centrale e diffuso, ad esempio nell'ambito del nuovo istituto della giustizia riparativa. D'altro canto, questo carico di compiti e responsabilità in capo a tale organo richiede uno sforzo organizzativo maggiore per stare al passo con le esigenze e le tempistiche richieste al fine dell'efficientamento della giustizia penale.

Dott.ssa Gemma Colarieti

[1] Vedi www.poliziapenitenziaria.it