“Lo sport abbatte le barriere”: un progetto per riabilitare.
Ieri, mercoledì 10 Maggio, si è svolto "Lo Sport abbatte le barriere" presso la Casa Circondariale femminile "Germana Stefanini" di Rebibbia, un evento che ha dato ufficialmente il via ad un progetto volto a portare l'attività sportiva all'interno del mondo carcerario.
Lo scopo è quello di abbattere le barriere sia mentali che fisiche, riconoscendo anche ai detenuti il "diritto allo sport" di cui tanto si parla negli ultimi anni.
Il ruolo dello sport nelle carceri è stato sempre più riconosciuto come uno strumento efficace per la riabilitazione e la reintegrazione.
Attraverso l'attività fisica e il coinvolgimento in programmi sportivi strutturati, i detenuti hanno l'opportunità di sviluppare abilità fisiche, sociali ed emotive che possono aiutarli a ricostruire una vita positiva.
Numerosi, infatti, sono gli studi che, negli ultimi anni, hanno dimostrato i benefici dello sport nelle carceri.
L'attività fisica regolare può contribuire a ridurre il tasso di recidiva tra i detenuti; partecipare a programmi sportivi offre loro una via alternativa alla violenza e alla criminalità, aiutandoli a sviluppare autodisciplina, autostima, senso di responsabilità e rispetto delle regole.
Lo sport fornisce, inoltre, un'opportunità per migliorare la salute generale dei detenuti. L'attività fisica regolare può ridurre lo stress, combattere la depressione e migliorare il benessere generale.
Attraverso lo sport, infatti, i detenuti possono anche interagire con coetanei e con lo staff del carcere in un contesto diverso da quello della violenza e del conflitto e questo può favorire la costruzione di relazioni positive e l'apprendimento di abilità di collaborazione e rispetto reciproco.
Un progetto di tutto rispetto, quindi, quello voluto dal Ministro dello Sport in collaborazione con il Dipartimento di amministrazione penitenziaria che pone l'attività sportiva come protagonista dell'opera di rieducazione dei soggetti che si sono estraniati dall'assetto sociale.
La speranza è quella che i detenuti possano "correre" verso un futuro migliore.