Se è vero che ogni antecedente necessario è causa, rispondono penalmente anche i genitori pei i fatti commessi dal figlio omicida?
Il nesso causale è uno degli elementi che connota la struttura del reato, insieme alla condotta e all'evento.
Ai sensi dell'art. 40 co 1 c.p., il nesso causale è ciò che ricollega una condotta (attiva o omissiva) ad un evento.
L'art. 41 co 1 c.p. prevede la teoria condizionalistica o dell'equivalenza causale (c.d. teoria della conditio sine qua non) secondo cui è causa di un evento qualsiasi fatto senza il quale quell'evento non si sarebbe verificato.
Quindi tutte le concause (preesistenti, concomitanti o successive rispetto al fatto) che abbiano concorso a causare l'evento sono penalmente rilevanti e non spezzano il nesso condizionalistico.
L'accertamento dell'evento - quale conseguenza di una certa condotta - avviene tramite il giudizio controfattuale che, nella causalità attiva, si realizza tramite procedimento di eliminazione mentale della condotta (elimino mentalmente la condotta tenuta per vedere se quell'evento si sarebbe comunque verificato) mentre, nella causalità omissiva, tramite procedimento di aggiunta mentale della condotta (aggiungo mentalmente la condotta doverosa, non tenuta, per vedere se quell'evento si sarebbe comunque verificato).
Traducendo rigorosamente nella pratica detta teoria deve affermarsi che, se i genitori non avessero messo alla luce l'omicida, costui non avrebbe successivamente tolto la vita alla vittima.
È evidente come l'art. 41 co 1 estenda eccessivamente il concetto di causa: se rilevassero tutte le concause (preesistenti, simultanee e sopravvenute), il rischio sarebbe quello del regresso all'infinito.
Per scongiurare questo, l'art. 41 co 2 c.p. prevede un correttivo alla teoria condizionalistica, tradotto dalla dottrina nella tesi della causalità adeguata: sono cause penalmente rilevanti soltanto quelle che sono adeguate a produrre l'evento secondo la prevedibilità ordinaria.
Di qui la conclusione che il nesso di causalità sussiste quando un certo fatto sia "conditio sine qua non" di un certo evento purché, tuttavia, fra il fatto e l'evento vi sia una connessione causale che rientra nella normalità.
Se, dunque, sono causati dall'uomo soltanto i risultati che egli può dominare, possiamo agevolmente ritenere spezzato il nesso causale ipotizzato in premessa con riguardo ai genitori rispetto ai fatti commessi dal figlio omicida (salvo verificare in concreto specifiche situazioni in cui, effettivamente, il fatto è concausa di un evento in quanto ne ha aumentato il rischio di verificazione, quale potrebbe essere l'ipotesi di un ragazzo cresciuto in un ambiente familiare dedito a omicidi).
Dott.ssa Camilla Carlotti