Il Rabbit hole digitale: come riconoscerlo?

10.02.2025

A cura di Dott.ssa Martina Carosi

Hai presente quando, navigando in rete, vieni sopraffatto da una serie di link che non puoi fare a meno di cliccare immergendoti sempre di più in un argomento specifico al punto da perdere di vista anche il motivo per cui hai intrapreso quella ricerca? Ecco. Questo comportamento viene definito più comunemente "Rabbit Hole digitale".

Con l'aumento esponenziale dell'utilizzo dei social media, incentivato dagli smartphone, questo fenomeno è diventato sempre più diffuso causando profonde trasformazioni anche nelle dinamiche relazionali, soprattutto dei più giovani che, fin da piccolissimi, sono costantemente collegati.

Quando usiamo eccessivamente questi strumenti, il nostro benessere psicologico viene messo in pericolo e rischiamo di compromette lo sviluppo delle capacità sociali per noi essenziali.

Attenzione! Non è colpa nostra se ci capita di cadere in questa "trappola".

Grazie agli algoritmi, infatti, ad ogni utente è offerta un'esperienza altamente personalizzata in termini di contenuti. 

Ciò significa che ogni contenuto che noi visualizziamo sui nostri social, come ad esempio Facebook o Instagram, è il prodotto di interazioni precedenti quali i commenti, i like, le pagine che seguiamo, ecc. Così facendo, la nostra attenzione non può essere che catalizzata dallo schermo, e saremo sempre più invogliati a navigare e, senza rendercene conto … ad "entrare nella tana del coniglio".

Più nello specifico, i predetti algoritmi "giocano" sfruttando le informazioni personali dell'utente in modo da elaborare un ambiente su misura costituto da contenuti che egli, inevitabilmente non potrà che trovare interessanti. Spesso, tuttavia, ciò tende a tradursi anche ad una esposizione dell'utente, a contenuti che non fanno che confermare le proprie credenze e prospettive, inducendolo a ritenere errato o minimamente importante ciò che potrebbe indurlo a pensare diversamente, incentivando, quindi, anche una chiusura mentale da parte dei soggetti "caduti in trappola".

L'"esplorazione" nel mondo virtuale, pertanto, può durare anche per ore ed è per questo che si è presa l'espressione coniata da Carrol, l'autore di "Alice nel paese delle meraviglie", "going down the rabbit hole", in quanto è come se, incuriositi da un determinato contenuto, entriamo in vortice di informazioni sempre più accattivanti ed in grado di stimolare il nostro interesse. Precipitiamo, quindi, in una vera e propria tana dalla quale è sempre più difficile uscire, quasi come se si diventasse dipendenti da questa ricerca spasmodica di informazioni.

Ma bisogna stare attenti, perché, questo meccanismo che si innesca riguarda la sfera psicologica e soprattutto emozionale. Ti sei mai sentito/a gratificato/a per aver ricevuto tanti like ad una tua foto ? E subito dopo, non hai avuto voglia di replicare quel "successo" ? Ecco, questo è un altro effetto del Rabbit hole digitale.

Se l'argomento di cui si tratta in questo elaborato può sembrare banale ad una prima disamina, in realtà così non è.

Cadere in un "Rabbit Hole digitale" porta delle conseguenze poco trascurabili, tra le quali, prima tra tutte la perdita di tempo causata dal rimanere fagocitati in un mondo virtuale fatto da "like", "reactions", algoritmi, ed informazioni spesso fuorvianti, ma la conseguenza più grave ad esso attribuile è il c.d. "isolamento sociale".

Viviamo in un mondo in cui l'Intelligenza Artificiale è divenuta realtà, sebbene fino a poco tempo fa era facilmente concepibile come materiale da film di fantascienza come "Trascendence" o "Matrix" e tanti altri, e ciò esercita un fascino irresistibile per gli adulti ma soprattutto per i più piccoli che possono "frequentare" i propri amichetti di scuola anche in "mondi virtuali" in cui giocare insieme. Ma ciò è sano? Restare troppo immersi nel mondo virtuale ci porta a limitare le nostre relazioni nel mondo reale, rendendoci tutt'altro che disposti al dialogo. Pensiamo a quante volte, seduti a tavola ci troviamo a preferire uno schermo alla compagnia ed al dialogo con le persone presenti; o a quando, durante una conversazione, tendiamo a pensare di poterci concentrare tanto sul nostro interlocutore quanto sul nostro cellulare perché la nostra attenzione è stata catalizzata da contenuti personalizzati.

Ma come si può evitare di cadere "Nella tana del coniglio"? Sicuramente gli effetti negativi di questo fenomeno possono essere mitigati tramite l'informazione consapevole, che tuttavia richiede il coinvolgimento di un grande numero di individui, tra cui le stesse istituzioni. 

E' molto importante, infatti far comprendere le strategie di comunicazione persuasiva impiegate nel "Rabbit Hole", le piattaforme online devono filtrare in modo adeguato i contenuti informativi che divulgano cercando di promuovere la diversità delle opinioni, ma soprattutto, è necessario informare gli utenti dell'esistenza del "Rabbit Hole Digitale".