A Ventotene nacque la vera idea di Europa: cenni sul Manifesto di Spinelli e Rossi

22.03.2025

A cura di Dott.ssa Gemma Colarieti

Il documento "Per un'Europa libera e unita – Progetto di un manifesto", anche noto come "Manifesto di Ventotene"è oggi quanto mai attuale, non solo per le polemiche sorte in seguito alle ultime dichiarazioni rese dalla Premier Giorgia Meloni, ma anche per il piano di riarmo europeo finanziato come strumento per fronteggiare la nuova crisi mondiale, che spinge a svolgere delle riflessioni critiche sulla natura e sul fondamento dell'istituzione europea.

Il Manifesto di Ventotene fu scritto nel 1941, mentre quasi tutta l'Europa continentale era occupata dalla Germania nazista, dagli antifascisti Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi mentre erano al confine sull'isola del mar Tirreno, in quanto oppositori del regime, con la prefazione del socialista Eugenio Colorni, che ne curò la pubblicazione nel 1944. È diviso in tre parti, le prime due a cura di Spinelli, sulla crisi sociale e su come funzionerà l'unità europea dopo la fine della guerra. La terza parte, di Rossi, è centrata sulle riforme e sull'economia.

I principi federalisti dall'approccio funzionalista delineati nel Manifesto di Ventotene influenzarono significativamente figure chiave come Jean Monnet e Robert Schuman e guidarono la creazione della Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio nel 1951, primo nucleo concreto dell'integrazione europea. Ancora oggi, il documento è considerato uno dei testi fondanti dell'Ue.

Spinelli e Rossi erano convinti il nazionalismo e la sovranità assoluta degli Stati fossero le cause profonde dei totalitarismi e delle guerre mondiali di quel periodo, a cui far fronte con gli Stati Uniti d'Europa, cioè una federazione con un parlamento e un governo democratico con poteri reali in settori chiave come economia e politica estera, lasciando sfere di sovranità agli Stati nazionali in tutti gli altri ambiti. Questo equilibrio tra poteri centrali e locali, garantito da una costituzione federale, avrebbe dovuto impedire la frammentazione europea generatrice di guerre ma, allo stesso tempo, anche la creazione di un superstato centralizzato e accentratore.